Ieri mi sono accadute due cose in antitesi: stavo vedendo, dopo un paio di mesi non memorabili, un grande film e allo stesso tempo la sorte ha cercato di "sabotarlo". Adesso vi racconto.
Innanzitutto è sempre speciale vedere l'ultima uscita di Robert Zemeckis, è uno dei pochi ad avere un preciso tocco autoriale che lo fa riconoscere subito rispetto ad altri registi.
La storia biografica raccontata è quella di Mark Hogancamp,un sublime Steve Carell, vittima di un pestaggio omofobo da parte di un gruppo di "persone", Mark andrà in coma e in seguito svilupperà un modo tutto suo di relazionarsi con il mondo.
Marwen è un paese del Belgio ,abitato da cinque donne, dove si svolgono le avventure del Capitano Hoogie alle prese con i Nazisti.La piccola città ha una piazza, un bar, un campanile,insomma assomiglia a un qualsiasi paesino, però ha una particolarità: si trova nel giardino e nella casa di Mark Hogancamp.
Mark colleziona bambole e costruisce loro un dettagliato universo a cui effettua numerose foto artistiche. Egli tratta i suoi piccoli amici come se fossero delle persone vere, parla con loro, li mette a dormire e soprattutto grazie alla sua fantasia, il suo mondo prende vita e assistiamo alle avventure del Capitano Hoogie, in un favoloso mix di animazione e realtà.
"Benvenuti a Marwen" è un'emozionante ode alla solitudine, alla diversità e alla fantasia; a tutte le persone a cui la vita ha riservato solo drammi. Mark scappa dalla realtà e si rifugia con i suoi amici a Marwen,tuttavia il suo mondo non è alternativo alla vita. Le donne di Marwen sono ispirate da persone che Mark realmente conosce: "Nicol l'artigliera" e "Anna la sovietica" per esempio sono una signora russa che lo aiuta con le pillole e gli fa la spesa e la sua nuova attraente vicina di casa. Quindi il mondo di Marwen non è una semplice alternativa della vita reale, i pupazzi sono portatori di valori propri di un essere umano, amano e hanno paura della morte. Proprio Capitan Hoogie, valoroso ed eroico alter ego di Mark, da lui inventato per salvarsi da una spietata esistenza, paradossalmente avrà un ruolo fondamentale aiutandolo a compiere il suo percorso nella vita reale.
Il regista di "Forrest Gump" ci ha regalato un film che merita di essere visto.Una commovente opera che con la sua umanità tocca le corde più sensibili e profonde dello spettatore. In un tempo di produzioni cinematografiche standardizzate e con poche idee, "Benvenuti a Marwen" è " qualcosa di originale, differente e unico, una miscela di realtà e spettacolo" parole di Robert Zemeckis.
Per me è stato un film diverso da tutti gli altri anche perchè, purtroppo, si è bloccato e oscurato, quasi verso la fine, il proiettore in sala e non abbiamo visto circa sette minuti. Anche se ho visto tutto il finale ero davvero triste e di cattivo umore per questo inconveniente. Si è interrotta tutta la magia che il film aveva creato e ciò mi ha, in parte, rovinato un'opera che sentivo poteva già competere per essere una delle migliori dell'anno. Tuttavia non posso dimenticare l'emozione della sequenza iniziale e quel goffo e impacciato quarantenne che solitario, dopo aver vissuto una grande avventura tra nazisti, aerei e scontri a fuoco, torna a casa, portando con se i suoi amati giocattoli. Perciò ho scelto lo stesso di recensire il film, lo dovevo alla vera storia del fotografo e artista Mark Hogancamp.
VOTO: non disponibile a causa dei problemi sopra elencati, lo rivedrò completo appena sarà possibile, per adesso non c'è voto anche se sarebbe stato molto alto.